Democrazia e qualità dei servizi on-line

11 07 2009

egovernment

Molti Comuni italiani sono ormai dotati di un sito web.

Uno dei principali scopi, dovrebbe essere quello di favorire il potenziamento dell’e-government, inteso come “l’uso nei processi amministrativi delle tecnologie informatiche, introdotte con l’obiettivo di fornire servizi che vengano incontro alle nuove esigenze espresse da una società profondamente mutata negli ultimi anni, per articolazione e stili di vita”. (Fonte:www.urp.it).

Lo  sviluppo del progetto dell’e-government rientra nello sforzo cominciato con la riforma amministrativa della Pubblica Amministrazione per combattere la tradizionale ottica autoreferenziale, nel perseguimento di fini di efficienza, trasparenza, semplificazione amministrativa ed ammodernamento.”(Fonte:www.urp.it).

L’introduzione di procedure informatiche, aiuterebbe a “ridurre l’onere dell’amministrazione e i costi nell’interazione pubblico privato” e favorirebbe la cancellazione di “code, attese e ….pellegrinaggi”. (Fonte: documento di sintesi del progetto “Reti amiche” del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione).

Sennonché molti di questi portali, sono vuoti esercizi di autoreferenzialità, privi di informazioni realmente concrete, con indicazioni parziali, poco utili ai cittadini, costosi ed il più delle volte poco aggiornati, a meno che non si tratti di promuovere la sagra paesana.

E veniamo così al nocciolo del problema: le code, le attese, ma, soprattutto, i pellegrinaggi.

Con quanti problemi quotidiani si scontrano i cittadini che non possono trovare rapida soluzione perché non hanno informazioni, non sanno a quale ufficio rivolgersi, non sono consapevoli delle procedure, non hanno idea di dove reperire i regolamenti o ordinanze.

Molto spesso, tali informazioni, sono tenute gelosamente custodite nei cassetti e negli armadi, per essere all’occorrenza centellinati in parziali fotocopie, secondo le convenienze o a seguito di ripetute insistenze.

Allora una semplice richiesta, un adempimento di poco conto, si trasforma in un odissea di anticamere, estenuanti e seccanti telefonate “all’amico”, richieste di chiarimento al funzionario responsabile, in parole povere, in una richiesta di favore o in un faticoso e molte volte controproducente braccio di ferro.

Proprio così, un atto dovuto, l’espletamento di un diritto/dovere, si trasforma in una richiesta di favore seguita dall’altra parte in una magnanima elargizione o in una infastidita risposta ad un noioso seccatore.

Il motivo di tutto ciò è molto semplice.

Limitare l’informazione, non favorire la trasparenza, consente ad alcuni di potere esercitare al meglio le diverse e personali azioni di controllo clientelare. D’altro canto, non divulgare gli atti pubblici di un amministrazione e le relative informazioni con strumenti adeguati per velocità e livello di diffusione, consente a molti di favorire se stessi, il proprio entourage e gli amici degli amici.

Siamo ormai alla metà del 9° anno del secondo millennio, molte Amministrazioni, ma soprattutto molti amministratori hanno ormai capito che tali processi sono ormai ineludibili e che la velocità delle procedure e l’accesso all’informazione sono oggi condizione essenziale per la crescita socio culturale ed economica del proprio territorio, tanto che ormai si parla di e-democracy. “L’e-government esprime al meglio il suo potenziale se inserita in un contesto di governance allargata ai soggetti del territorio; non è un caso che la seconda parte del programma di informatizzazione delle pubbliche amministrazioni abbia come tema la e-democracy, ovvero la partecipazione dei cittadini alle attività delle pubbliche amministrazioni locali ed ai loro processi decisionali attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie della comunicazione” (Fonte: http://www.urp.it).

Purtroppo, su questo versante, resistono ancora realtà che vivono sulla propria pelle sacche di arretratezza e di mancanza di trasparenza, tuttavia, sono fiducioso, convinto che il vento stia ormai iniziando a  cambiare direzione e che il progresso sia ormai alle porte.

Vi segnalo il sito del Comune di Lavagna (GE) http://www.comune.lavagna.ge.it/ e l’esperienza in rete di Polis Comune Amico http://www.poliscomuneamico.net/

Vincenzo Izzo

P.S.

Non so perché, ma mentre scrivevo, mi sono venuti alla mente le immagini di quei bambini della Tanzania che per raccogliere una tanica d’acqua devono percorrere 7km a piedi.


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Una risposta

14 07 2009
Marco Falconieri

L’articolo del Presidente Vincenzo Izzo è sicuramente in grado di fornire spunti per una riflessione.
Chi scrive è un ragazzo, di un quarto di secolo di età, che molto spesso, quasi quotidianamente, è a contatto con la P.A.
Una P.A. fatta di persone che per il 60%, in italia, per il SUD la percentuale sale a 95%, male organizzata.
Ottima l’idea di inserire all’interno delle stesse Amministrazione quei strumenti informatici che posso aiutare il cittadino a capire i meccanismi di governo dell’Amministrazione.
Sono convinto che prima di creare un ottimo sito web, però, è necessario che il comune si adoperi ad organizzare e formare un ottimo Ufficio Relazione con il Pubblico, indirizzando ogni singolo cittadino nelle stanze e nei posti giusti, oppure dando semplici informazioni, che in molti casi sono solo generiche senza entrare nello specifico, esempio a quale conto corrente pagare l’ICI oppure quali sono le aliquote, cosa che mi diventa difficile saper anche per me, che mi occupo di fiscale, in comuni distanti km dal mio ufficio.
La tecnologia è utile comunque, ma spesso è utilizzata solo da quelle persone che hanno mezzi e capacità informatiche.
La crescita del paese avviene anche nel snellire i processi della Pubblica Amministrazione che molto spesso è il ripetersi di dati, modelli e
informazioni.
Si deve partire dal piccolo per poter modificare grandi cose.

Marco Falconieri

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