La politica a Telese ed il tempo delle scelte

15 11 2009

Le vicende che hanno caratterizzato la vita della città di Telese nelle ultime settimane presentano una valenza diversa, a seconda che le si guardi da un punto di vista politico o giudiziario. Da un punto di vista politico, non v’è dubbio che l’impossibilità del Sindaco di svolgere “oggettivamente” le proprie funzioni crea immediati problemi sul piano amministrativo, sociale ed economico. Da un punto di vista giudiziario, la questione è più complessa ed è scandita dalla lunghezza delle fasi processuali. L’inconciliabilità dei tempi tra la “questione” politica e quella giudiziaria, rende,  ragionevolmente opportune le dimissioni del Sindaco e, và da se, anche dell’intero Consiglio Comunale, che non avrebbe più alcuna legittimazione politica.

E’ vero anche, che l’amministrazione in questa fase è impegnata su tematiche e progetti di rilievo quali: accordi di reciprocità, stabilizzazione degli LSU, Polo Scolastico. E’ doveroso che l’amministrazione responsabilmente governi  questa fase con un “governo tecnico”, senza subire regole da parte di chicchessia, e secondo i tempi strettamente necessari che tali impegni richiedono, senza protrarre sine die  tale situazione.

Diventa prioritario, garantire alla città ed ai cittadini un governo autorevole attraverso il ricorso al voto. La politica Telesina degli ultimi 25 anni è rimasta ingessata sulla contrapposizione “pro o contro D’occhio”, con il risultato che non si è formata una vera nuova classe dirigente“. Questo grazie, soprattutto, alla incapacità dei partiti ed ovviamente degli uomini che li rappresentavano di formarne o proporne una. Non hanno saputo cogliere i segnali di cambiamento e di novità, che pure nella società Telesina erano presenti e venivano da più parti e dai diversi settori della vita economica e sociale. L’aver coltivato divisioni interne e piccoli egoismi in nome dell’autoreferenzialità dei singoli, piuttosto che  proporre e perseguire un progetto serio e condiviso di amministrazione della città, ha contribuito a costruire nel corso degli anni l’immagine vincente di Pino D’Occhio come leader politico.

La possibilità concreta di ritornare a breve alle urne ha riacceso le speranze di alcuni. Costoro, approfittando della situazione contingente, accampano ancora una volta primogeniture e dimentichi del ruolo che hanno avuto in un recente passato, vanno in giro ad evocare una nuova età dell’oro ed improbabili meriti politici. Ignorano, o fingono di ignorare che il “terremoto” che si è abbattuto sulla nostra comunità è sì giudiziario, ma anche politico, ed ha, di fatto, investito senza distinzione “maggioranza e opposizione”, ognuno con un proprio grado di  responsabilità.

La cosa che, tuttavia, più colpisce, è l’assoluta mancanza di un’approfondita riflessione politica ed ancor più l’assenza totale del pur minimo esercizio, se non di accettazione di responsabilità politica, etica, o morale, almeno di valutazione rispetto al ruolo che ognuno ha giocato in questi anni.

Bisogna voltare pagina! E’ doveroso voltare pagina. E’ necessario ed auspicabile che si inauguri una nuova stagione politica, alla quale non possono sottrarsi tutti i cittadini. La questione politico/amministrativa deve diventare la questione di tutti, e deve essere affrontata  con intensità e con impegno, che una comunità deve fare emergere quando è investita da fatti che ne scuotono le fondamenta. Solo attraverso l’ampio coinvolgimento di persone accomunate  da  un modo di concepire la politica come spirito di servizio e non come tornaconto personale, si possono creare le condizioni effettive di sviluppo e di governo nell’interesse esclusivo della collettività.

E’ il tempo delle scelte e della serietà e tutti devono sentirsi investiti e partecipi perché la gravità del momento lo richiede, altrimenti sarà la vittoria dei Pirro, dei questuanti della politica, il trionfo della mediocrità,  l’affermazione del nulla e la sconfitta di Telese e dei Telesini.

Oreste Martusciello


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